venerdì 8 marzo 2013

Sull'otto marzo, Ginger Rogers in biblioteca e altre divagazioni

Come gran parte delle feste che si incontrano nel calendario, l'otto marzo nasce in un modo e finisce in un altro. Questo giorno, che poi non è tanto una festa ma soprattutto una commemorazione, è svilito di ogni significato se ridotto ad uno scambio di mimose e all'uscita fra amiche vocianti, ma diventa un'autoesaltazione quando leggo tutte le solite frasi su quanto siamo forti, brave e coraggiose. Sarà anche vero, ma serve a poco se ce lo diciamo fra di noi, mentre sarebbe molto più significativo se venisse riconosciuto da qualche maschietto in più, che magari avesse anche il coraggio di promuoverci sul lavoro sebbene non siamo state "carine" con lui. Perchè ancora di strada da fare ce n'è tanta e capita che mi domandi se tutta questa emancipazione c'è stata davvero e se alla fine c'è convenuta. Questa è una provocazione, è ovvio, ma a volte la libertà e i diritti conquistati si sono trasformati in tanta fatica in più.
 
Biblioteca Gianni Rodari - Corciano (PG)
Oggi sono per la prima volta tornata in biblioteca dopo non so quanti anni, sicuramente più di dieci. Mea culpa, mea culpa. Sono una grande frequentatrice di librerie mentre le biblioteche le ho frequentate soprattutto per studio. Forse perchè il libro deve essere "mio" e non amo molto neanche farmi prestare i libri dagli amici. E se poi il libro mi piace? Devo comprarne una copia, ma poi non è quella che ho letto la prima volta, sottolineato, sgualcito, non sarebbe il mio libro. Comunque, oggi mi sono decisa. La biblioteca scelta è piccina piccina, una casetta su più piani, con il soffitto di travi a vista. Sembra che manchi solo il camino e un angolo dove preparare una tazza di the. E' proprio dietro il posto dove lavoro: come, a pochi metri da me, c'è questo posto meraviglioso che pullula di libri? Il nome anche mi attira, "Biblioteca Gianni Rodari". La memoria corre subito alle mie prime letture, all'incanto delle "Favole al telefono" e delle "Filastrocche in cielo e in terra" che, non mi vergogno a confessare, ho ricomprato da grande. L'impatto è di quelli da colpo di fulmine: intere pareti di libri che puoi prendere e sfogliare e portare a casa o fermarti a leggere. Ne prendo qualcuno in mano ed è come ritrovare un vecchio amico. Molte copie sono sgualcite ed è un'emozione nuova, tenere fra le mani un libro che molti altri hanno sfogliato prima di te e, si spera, amato.
 
Ginger Rogers e Fred Astaire
Per celebrare l'8 marzo in biblioteca c'è un incontro dal titolo curioso, "In equilibrio sui tacchi a spillo". E già, perchè noi donne siamo delle magnifiche equilibriste, pronte a mettere insieme in 24 ore una sfilza di impegni e di incastri.
La relatrice proietta l'immagine di Ginger Rogers e di Fred Astaire ed osserva: lei faceva i suoi identici passi, ma li faceva sui tacchi! Come dire, non solo possiamo fare tutto quello che fanno gli uomini, ma possiamo farlo mettendoci anche una difficoltà in più, i tacchi appunto. Il tacco è però anche il simbolo della femminilità, ergo possiamo fare le stesse cose degli uomini ma alla nostra maniera. Vengono proiettate foto di donne che secondo una micro indagine della relatrice sono ancora oggi fonte di ispirazione. Ci sono scienziate, artiste, donne di fede, politiche, sportive e, naturalmente, scrittrici. Poi viene illustrato un progetto che verrà portato avanti proprio in queste sale, la palestra rosa. Che non è un posto per fare ginnastica senza uomini attorno, quanto una scuola di scoperta e di crescita, di consapevolezza, di comunicazione e gestione dei conflitti, di gestione dello stress e dell'ansia, di autodifesa. Lo scopo non è quello di armarci contro l'uomo ma di "attrezzarsi" per evitare di rimanere vittima da un lato della violenza altrui, fisica e psicologica, sempre più diffusa verso noi donne, dall'altro della violenza che sappiamo autoinfliggerci quando non siamo capaci di dire no, quando ci facciamo fagocitare dallo stress, dall'ansia quotidiana, dall'infelicità che andiamo cercando con il nostro modo di vivere "sbagliato".
 
A tal proposito, mi torna in mente Oriana Fallaci che nel finale de "Il sesso inutile – viaggio intorno alla donna" scriveva: "Da un capo all'altro della terra le donne vivono in modo sbagliato: o segregate come bestie in uno zoo, guardando il cielo e la gente da un lenzuolo che le avvolge come il sudario avvolge il cadavere, o scatenate come guerrieri ambiziosi. (...) Tutte sono più o meno consapevolmente lanciate verso qualcosa che non può provocare che dolore, un dolore sempre più complicato (...). Girando come Caino intorno alla luna, ero tornata in ogni senso al medesimo punto da cui ero partita. E in quel girare avevo seguito la marcia delle donne intorno a una cupa, stupidissima infelicità". Era il 1961, ma potrebbe essere anche oggi.
Basta: ho divagato dal filo conduttore del blog, o forse no, ma oggi non potevo parlare di un libro specifico perchè oggi è il giorno di tutte coloro che hanno ispirato ogni post di questo cyberspazio e a tutte loro, nessuna esclusa, va il mio grazie incondizionato per le emozioni che mi hanno regalato, per quelle in agguato dentro ogni nuovo libro, per tutto ciò che ogni donna con una penna in mano ha fatto, anche incosapevolmente, per l'emancipazione, la libertà e la crescita di ogni altra donna.



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