sabato 5 luglio 2014

Quattro etti d'amore, grazie: la trappola del confronto



Questo libro è vivamente consigliato a tutti quelli che hanno fatto del confronto le fondamenta su cui costruire la propria infelicità.
Ci sono due donne che non si conoscono e che si chiamano Erica e Tea. Fanno la spesa nello stesso supermercato e finisce che si spiano i rispettivi carrelli, come se le scelte alimentari parlassero per loro. C'è un fondo di verità: i carrelli della spesa sono un po' lo specchio delle nostre vite. Solo che il lavoro di fantasia di Erica e Tea ha dell’incredibile: se una compra uova e farina, è per farci le crostate, quindi è una mamma premurosa. Peccato che preferisca chattare con un quasi estraneo invece di dialogare con la sua famiglia, ma questo il carrello non lo dice. Se l'altra acquista candele profumate, di sicuro serviranno ad illuminare una serata romantica e passionale. Peccato che il marito ronfi sul divano e nessuna candela profumata ne risveglierà i sensi assopiti, ma anche su questo dettaglio il carrello tace. 
Chissà se uno dei segreti della felicità non sia racchiuso in questo intrecciarsi di assurde fantasie che percorre tutto il romanzo: smetterla una volta per tutte di guardare il carrello altrui, le cose che non hai e qualcun altro sì, e provare ad essere contenta, semplicemente, delle cose che restano

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