Non avere scritto una sola riga nel blog per un anno e mezzo, equivale a considerare questo spazio clinicamente morto? Secondo le regole dei blog, la risposta è sì. Un blog si costruisce su un calendario editoriale, vive di periodicità e del rapporto che cresce giorno dopo giorno con i suoi lettori. Quindi l'eclissi del blogger segna di fatto la fine della sua creatura. Ma io ho tutta un'altra idea di blog. Mi spiego meglio. Ci sono, secondo me, due categorie di blogger: i professionisti e i dilettanti. I primi scrivono tutti i giorni o quasi e sono animati non solo dalla passione, ma anche da quello che io chiamo "un ritorno": di immagine, di guadagno, di pubblicità. I secondi, e io rientro in questo nutrito gruppo, scrivono per il puro piacere di scrivere, perché il blog è uno spazio di libertà, è un modo per dare voce ai pensieri che ti frullano in testa, e, cosa non secondaria, è divertente. Quindi ho fatto pace con i miei sensi di colpa e mi sono detta che sì, potevo tornare a scrivere, che la blogosfera aveva fatto a meno di me per 18 mesi senza per questo cessare di esistere e che non avrei sconvolto proprio nessuno, né con la mia assenza né con il mio ritorno.
Ho fatto un pochino di restyling, un parolone per dire che ho ridisegnato l'intestazione del blog, creando un effetto scritta su lavagna, e mi sono data alcune piccole regole per uniformare l'aspetto dei post. Insomma qualche ritocchino, come quando per rinnovare la casa compri dei nuovi cuscini per il divano, tanto per rinfrescare l'ambiente, ma nella sostanza il posto è sempre quello. Questo per dire che questo blog continuerà a parlare di libri, il motivo per cui è venuto al mondo.
Però è vero che in questi 18 mesi sono successe un po' di cose e visto che io sono cambiata, anche il blog cambierà un pochino, per assomigliarmi di più. Ci sarà un po' più spazio per parlare di ciò che sono e faccio e di qualche progetto in corso. Mi sono accorta che i libri troppo spesso sono stati uno schermo dietro cui nascondermi per evitare il faccia a faccia con la parte più vera di me. Non sono certa di riuscire a percorrere fino in fondo questa nuova strada, ma vorrei almeno provarci prima di abbassare una volta per tutte la saracinesca del blog. Quindi, che dire? Bentornata a me!